La Lumen Gentium presenta la Chiesa non tanto in forma gerarchica (Papa, vescovi, presbiteri e laici) quanto come popolo di Dio, dove prende grande rilievo il battesimo come comun denominatore di tutti i cristiani.
Per dare una qualificazione teologica a questa schema di Chiesa proposto dal Concilio, fu approvata la nota esplicativa previa: “Tenuto conto dell’uso conciliare e del fine pastorale del presente Concilio, questo definisce come obbliganti per tutta la Chiesa i soli punti concernenti la fede o i costumi, che esso stesso abbia apertamente dichiarato come tali”.
Il documento si presenta come una costituzione dogmatica, ed è al contempo concluso da una nota che lo qualifica non come dogmatico, ma di tipo pastorale -sia nel fine che nel contenuto- ad eccezione di eventuali punti diversamente indicati.
Secondo mons. Gherardini, questa caratteristica pastorale e non dogmatica sarebbe propria di tutto il Concilcio Vaticano II. I documenti conciliari non conterrebbero né dogmi né condanne di errori, ma la proposta di nuove verità, potenzialmente accettabili in ragione della loro conformità al Magistero e alla Tradizione della Chiesa Cattolica.